| PROCURATORE: BERLUSCONI INDAGATO? NON DICO NIENTE Nessuna risposta il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Trani, Carlo Maria Capristo, ha fornito ai giornalisti che, mentre lasciava la procura, gli chiedevano se Berlusconi è indagato nell'ambito dell'indagine condotta dal pm Michele Ruggiero. "Non dico niente", ha ripetuto più volte, si è infilato in ascensore e ha lasciato il palazzo. Negli uffici della procura sono rimasti - chiusi ciascuno nella propria stanza - il pm inquirente, Michele Ruggiero, e qualche altro pm. Uno di questi, insieme col personale di segreteria, ha invitato i giornalisti a lasciare il corridoio della procura sottolineando che nessuno avrebbe risposto ad alcuna loro domanda.
INTERCETTAZIONI: L'INCHIESTA DELLA PROCURA DI TRANI L'inchiesta nel corso della quale sarebbero state raccolte le intercettazioni sul 'Caso Annozero' al quale ha fatto riferimento Antonio Di Pietro è coordinata dal pm della procura di Trani Michele Ruggero. Sono ipotizzati i reati di truffa e usura aggravate ed è relativa a finanziamenti per il credito al consumo di una carta di credito del tipo 'revolving' chiamata Gold credit card American express. Nello scorso settembre sequestri furono compiuti nella sede romana dell'American express e avvisi di garanzia furono notificati dai militari del nucleo di polizia tributaria di Bari della guardia di finanza ai due rappresentanti legali della sede italiana della multinazionale.
La guardia di finanza sequestrò l'archivio informatico relativo ai titolari di 'revolving card', la contabilità, copie della corrispondenza della società, del software per la gestione delle carte e del software per il calcolo degli interessi. L'indagine fu avviata sulla base della denuncia di un titolare di carta di credito il quale lamentava l'applicazione di tassi usurai. A fronte di un fido di 2.600 euro, non avendo pagato una rata di 129 euro ricevette una richiesta di pagamento di 686,54 euro. Secondo calcoli compiuti da consulenti di parte dello stesso consumatore, della procura e dalla guardia di finanza, a quella rata sarebbe stato applicato un tasso superiore al tasso soglia del 28.98%. Il tasso soglia è stabilito dalla legge: oltre quel tasso gli interessi applicati vengono considerati usurari.
USIGRAI: MINZOLINI NON FIRMI PIU' TG1 'Se e' vero che abbiamo un 'direttorissimo' asservito, la Rai dia subito al Tg1 un direttore autorevole e al di sopra delle parti,come il prestigio storico della testata ammiraglia esige e come il servizio pubblico e' obbligato a garantire ai cittadini''. Lo sostiene il segretario dell'Usigrai Carlo Verna spiegando che ''l'Usigrai e' gia' oltre la richiesta di dimissioni di Augusto Minzolini, che, dopo le rivelazioni de Il Fatto, neanche avrebbe dovuto firmare l'edizione delle 13,30''. ''Ma evidentemente - continua il segretario - lui ragiona con categorie diverse dalle nostre e da quelle di tanti utenti, che avrebbero diritto ad un prodotto ben diverso, laddove invece il sindacato e' costretto ad agire come un nucleo anti-sofisticazioni.
E' bene distinguere i piani. Il dato politico del far comunella e' di per se' scandaloso ed esige immediate risposte. Per il resto male fa Di Pietro ad usare certi linguaggi, conservi quelle espressioni, se crede, per gli altri protagonisti della vicenda e lasci Minzolini alle cure dell'ordine dei giornalisti, cui l'Usigrai si rivolgera' con un esposto se e quando con certezza saranno chiari elementi contrari alla deontologia professionale. Sicuramente gia' per quel che e' emerso la sua direzione e' incompatibile coi doveri del servizio pubblico. Come raccontera' nel suo Tg fatti cosi' rilevanti che lo riguardano''.
DI PIETRO: ORA CACCIARE INNOCENZI E MINZOLINI "Abbiamo presentato un'interrogazione urgente rivolta al premier per chiedergli con quale diritto si è arrogato il potere di condizionare un organi di controllo come l'Agicom chiedendo la chiusura di 'Annozero'. Il responsabile dell'Agicom Innocenzi deve dimettersi ed essere cacciato a calci nel sedere, così come il direttore del Tg1 Minzolini". Così Antonio Di Pietro commenta, in una conferenza stampa, le intercettazioni pubblicate oggi da "Il Fatto Quodidiano".
Di Pietro si riferisce a quanto pubblicato oggi in prima pagina dal quotidiano di Antonio Padellaro. "Così Berlusconi ordinò: 'Chiudete Annozero'", titola 'Il Fatto', raccontando di un'inchiesta della procura di Trani su carte di credito nell'ambito della quale le intercettazioni, fatte dalla Guardia di Finanza, hanno raccolto conversazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi, Giancarlo Innocenzi (ex deputato della Pdl, ora commissario dell'Autorità per le comunicazioni), il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ed il dg Rai Mauro Masi. L'indagine sulle carte di credito, scrive il quotidiano, era partita nel 2009. Non si precisano le date ed il numero delle conversazioni intercettate che coinvolgono il premier, Innocenzi ed i dirigenti Rai, ma 'Il Fatto' afferma che durarano "settimane" e che "raggiungono il parossismo" attorno a fine anno.
Da quanto riporta il quotidiano, il premier avrebbe chiesto ad Innocenzi di far chiudere Annozero e, sempre secondo 'Il Fatto', il commissario dell'Agcom si sarebbe attivato in questo senso. Il dg Rai, con il quale Innocenzi avrebbe parlato della richiesta - sempre secondo il quotidiano - avrebbe risposto che "certe pressioni non si ascoltano neppure in Zimbawe". Il direttore del Tg1 Minzolini - si legge sul Fatto - conversando al telefono con il premier, avrebbe promesso editoriali sulle "balle di Spatuzza" e servizi su alcuni magistrati. "Se esistono reati" in queste conversazioni, conclude il quotidiano, saranno i magistrati ad accertarlo, ma "la notizia é che il 'regime' è stato trascritto in migliaia di pagine di brogliacci".
BINDI (PD): RAI REVOCHI MINZOLINI ''Altro che Zimbawe! Il direttore generale della Rai non dovrebbe lamentarsi per le pressioni che riceve evocando paesi piu' civili e seri del nostro. Solo nell'Italia prigioniera dell'invasivo conflitto d'interessi di Berlusconi si puo' leggere una storia come quella che ha raccontato oggi il 'Fatto quotidiano'''. Lo afferma Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente del Pd, chiedendo alla Rai di revocare la nomina di Augusto Minzolini a direttore del Tg1. ''Si conosceva - prosegue - la sua insofferenza al pluralismo delle idee e alla libera informazione. Ne abbiamo visti tanti frutti amari, dall'editto bulgaro fino all'ultimo blitz sulla 'impar condicio'. Stavolta emerge la vergogna di pesanti e plateali condizionamenti condotti in prima persona dal capo del governo, proprietario della piu' importante azienda privata di comunicazione del Paese, a danno di trasmissioni del servizio pubblico come 'Annozero'.
Anche cosi' si delegittimano le istituzioni. E' intollerabile servirsi di chi dovrebbe svolgere una funzione terza, di vigilanza sull'equilibrio e la correttezza del sistema delle comunicazioni, per mettere la mordacchia all'informazione piu' scomoda e piu' seguita delle reti Rai''. ''Alla luce di quanto sta emergendo, la Rai non e' tenuta a pagare multe ne' ad ottemperare alle diffide di un'Authority priva di credibilita' e di autonomia. Quanto al ruolo di Minzolini, mi chiedo cosa aspetti il Cda della Rai a revocare la nomina a direttore del Tg1 e l'Ordine dei giornalisti ad intervenire per difendere la dignita' della professione'', conclude.
SANTORO: AUTORITA' VA AZZERATA L'Agcom è un organismo che va azzerato in favore di un Garante monocratico: Michele Santoro, da sempre critico verso l'Autorità, indica questa soluzione estrema contro ogni forma di 'lottizzazione' dopo aver letto le intercettazioni pubblicate sul Fatto nell'ambito dell'inchiesta di Trani. Intercettazioni nelle quali - si legge sul quotidiano - Berlusconi, Minzolini e il commissario Agcom Giancarlo Innocenzi discutevano della tv pubblica, delle sue trasmissioni con Annozero e Santoro nel mirino.
MINZOLINI: MAI RICEVUTO NULLA "Non ho ricevuto nulla e non mi è arrivato alcun avviso di garanzia. In ogni caso dov'é il reato?" Questo il primo commento del direttore del Tg1 Augusto Minzolini a quanto riportato da Il Fatto sulle intercettazioni della Guardia di Finanzia di Bari. Minzolini denuncia però "la fumosità e l'assenza di chiarezza dell'articolo", che parla di sue conversazioni telefoniche con il premier Silvio Berlusconi.
BONAIUTI: PUBBLICAZIONE FUORI LEGGE "Ancora una volta spezzoni di ipotetiche intercettazioni, estrapolate da ogni contesto, vengono pubblicate con una palese violazione della legge, senza avere alcuna attinenza con i procedimenti dai quali derivano e senza avere alcuna rilevanza penale. Come mai l'autorità giudiziaria non interviene?". E' quanto si chiede il sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti.
CICCHITTO, DI PIETRO CAVALCA SPAZZATURA "Di Pietro, con le sue solite espressioni sguaiate e violente, cavalca anche oggi la spazzatura che pubblica l'organo ufficiale del giustizialismo per cercare di colpire la libertà d'informazione". Così Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. " Di Pietro, adesso attaccando Minzolini e Innocenzi - spiega - persiste meticolosamente a coltivare la politica della demonizzazione dell'avversario perché è un fattore essenziale della sua strategia eversiva che punta all'esasperazione dello scontro politico".
|