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AMBIENTE: 600.000 LITRI PETROLIO FIUME LAMBRO, BOMBA ECOLOGICA; A RISCHIO IL PO

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umby64
view post Posted on 24/2/2010, 11:53




AMBIENTE: 600.000 LITRI PETROLIO FIUME LAMBRO, BOMBA ECOLOGICA; A RISCHIO IL PO

MILANO 24 FEB - Riversati 600.000 litri di petrolio nel fiume Lambro. I tecnici parlano di bomba ecologica.''Un disastro ambientale senza precedenti per l'ecosistema del fiume Lambro che ne paghera' a lungo le conseguenze''. Questo il commento dei volontari di Legambiente che da ieri sono in prima fila a monitorare l'immane tragedia accaduta su uno dei principali corsi d'acqua lombardi a causa della fuoriuscita di derivati petroliferi dai depositi della ex-raffineria Lombarda Petroli di Villasanta (MB).

E' in corso una strage di anatre e germani, e l'onda velenosa, composta da 600 mila litri di idrocarburi, sta per raggiungere il Po. Le prime anatre morte sono state raccolte persino al parco Lambro a Milano . La marea nera di gasolio e petrolio uscita dal serbatoio di una raffineria vicino a Monza, e finita nel fiume Lambro, sembrerebbe si tratti di un atto doloso.

La Protezione Civile e' all'opera gia' dalle prime ore del disastro per tentare fermare il liquame che sta uccidendo il fiume e che potrebbe raggiungere il Po. Si tratta di uno dei piu' gravi disastri ambientali verificatisi di recente in Lombardia, che potrebbe avere conseguenze di lungo periodo, considerata anche la messa fuori servizio del grande depuratore di Monza San Rocco, che tratta le acque fognarie di oltre mezzo milione di brianzoli.

''Qualunque ne sia la causa, accidentale o dolosa, questa nuova catastrofe torna a mettere in luce l'insufficienza della prevenzione dei rischi industriali - dichiara Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente - la Lombarda Petroli e' una delle 287 industrie obbligate a fornire piani di emergenza per effetto della direttiva Seveso: cittadini e amministratori dovrebbero sapere tutto dei rischi attuali e potenziali connessi a questi siti industriali, per sapere come comportarsi in caso di evento accidentale. Invece anche in questo caso l'evento ha potuto sviluppare tutto il proprio potenziale distruttivo prima che venissero attivate le strutture di intervento''.

E mentre si assiste impotenti alla morte nel fango di decine di animali impantanati dalla marea nera, gli investigatori sembrano avere sempre meno dubbi sull'origine dolosa della tragedia. I sindaci di diversi comuni hanno gia' annunciato che si costituiranno parte civile.

Adesso si lavora incessantemente per evitare cche la marea nera raggiunga il Po, ma gli sforzi messi in atto finora non sembrano avere successo: il gasolio e petrolio combustibile hanno superato anche la barriera di galleggianti, posta nel territorio di Sant'Angelo Lodigiano; una parte della macchia viene aspirata e una nuova squadra dei vigili del fuoco di Lodi sta posando nuovi galleggianti.



ENEL IN PRIMA FILA PER ARGINARE MAREA NERA
E' proseguito tutta la notte il lavoro dei tecnici di Enel Green Power che alla diga di San Zenone al Lambro stanno collaborando al recupero dei materiali oleosi presenti nel fiume. Lo scrive l'Enel in una nota sottolineando che lo sbarramento, realizzato negli anni '30 per utilizzare le acque del Lambro nella centrale idroelettrica di Enel Green Power - societa' del Gruppo Enel per la produzione di energia da fonti rinnovabili - si e' rivelato infatti determinante per bloccare il defluire degli idrocarburi.

Appena scattato l'allarme, ancor prima che l'onda inquinante raggiungesse lo sbarramento, i tecnici di Enel Green Power hanno bloccato le due turbine della centrale e coordinato d'intesa con le squadre di emergenza il deflusso dell'acqua utilizzando gli scarichi nella parte inferiore dello sbarramento stesso cosi' da permettere il recupero dei materiali inquinanti presenti in superficie.

Enel Green Power - conclude la nota - continuera' ad assicurare tutta la collaborazione necessaria a Vigili del Fuoco, Protezione Civile ed Arpa per consentire le migliori condizioni e la totale sicurezza del lavoro delle squadre presenti presso l'impianto.



LEGAMBIENTE, LOMBARDIA CHIEDA STATO EMERGENZA
''La Regione Lombardia chieda al Governo la dichiarazione di stato di emergenza ambientale nazionale'' : lo dichiarano Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, e Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, in merito allo sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro di ieri mattina.

''Siamo di fronte a un disastro ambientale vero e proprio - commentano -, il problema non riguarda solo il fiume Lambro ma tutta l'asta del Po fino al delta. Per arginare i danni che puo' causare la macchia d'olio, urge un coordinamento nazionale degli interventi delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna''.


REALACCI: E' DISASTRO. GOVERNO INTERVENGA SUBITO
''E' una vera tragedia ambientale. Il Governo intervenga subito per attivare tutte le istituzioni e le amministrazioni nelle regioni coinvolte dalla fuoriuscita di petrolio della ex-raffineria 'Lombarda petroli'. Serve un intervento coordinato per limitare il piu' possibile i gravi danni ambientali che sta causando l'onda nera che dal fiume Lambro rischia di contaminare l'intero bacino del Po''.

Lo chiede Ermete Realacci (PD), primo firmatario di un'interrogazione parlamentare sottoscritta anche dagli onorevoli del Pd, Quartiani, Braga, Zucchi, Peluffo, Mariani, Bratti, Mosca, Farinone, Marantelli, Marco Carra, Codurelli, Fiano, De Biasi, Pizzetti indirizzata al Ministero dell'Ambiente e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

''Oltre ad accertare le responsabilita' di quanto accaduto'', si chiede inoltre nell'interrogazione, ''sara' necessario attivare quanto prima le bonifiche ambientali per ripristinare al piu' presto lo stato dei luoghi e evitare possibili ulteriori contaminazioni da idrocarburi all'ambiente e scongiurare rischi per la salute dei cittadini''.


SI MOBILITA PROVINCIA DI MILANO
Di fronte all'emergenza verificatasi ieri nel territorio della Provincia di Monza e Brianza, la Provincia di Milano ha attivato tempestivamente unita' della Direzione ambiente, della Polizia provinciale e del Servizio di Protezione civile che, nel corso della giornata, hanno operato con il massimo impegno per fare fronte al disastro ecologico causato al Fiume Lambro dallo sversamento, con ogni probabilita' doloso, di un'ingente quantita' di oli combustibili.

La Provincia di Milano, dopo il vertice svoltosi nel pomeriggio di ieri a Palazzo Diotti, ha individuato, di concerto con la Prefettura, societa' e consorzi in grado di aspirare, attraverso pompe idrauliche, le diverse tonnellate di gasolio e olio combustibile per poi caricarle su apposite autobotti.

Sempre di concerto con la Prefettura, la Provincia di Milano ha, inoltre, reperito in Lombardia, Piemonte e Liguria alcuni centri di smaltimento rifiuti autorizzati nei quali le autobotti potranno conferire gli oli combustibili aspirati dal Fiume Lambro.
 
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umby64
view post Posted on 24/2/2010, 12:36




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DISASTRO AMBIENTALE FIUME LAMBRO: LA MAREA NERA A RAGGIUNTO IL PO
MONZA - L'allarme inquinamento per il fiume Lambro, dopo lo sversamento di 600mila litri di petrolio, é arrivato anche al Po ed in particolare al tratto piacentino del fiume. In un incontro in prefettura a Piacenza è stato comunicato che una parte del petrolio finito nel Lambro ha già raggiunto il grande fiume sul territorio piacentino: le barriere collocate in Lombardia, infatti, non hanno retto. Il prefetto Luigi Viana ha annunciato che verranno posizionate alcune paratie della lunghezza di 100 metri all'altezza di Calendasco ed è stata emanata un'ordinanza che vieta il prelievo dell'acqua nei comuni rivieraschi.

Al lavoro una task force formata dai Pontieri, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e l'Arpa. La Regione Lombardia chiedera' lo stato di calamita' per ottenere i soldi necessari agli interventi per ripulire il fiume Lambro ad annunciarlo e' stato l'assessore regionale al territorio Davide Boni al termine della riunione del comitato provinciale sull'ordine pubblico e la sicurezza riunito oggi alla prefettura di Milano. Tuttavia, Boni ha voluto rassicurare i cittadini che abitano nelle zone percorse dal fiume che ''l'acqua in zona e' potabile anche se c'e' in effetti cattivo odore''. L'assessore ha poi spiegato che ''sono in atto i controlli dell'Arpa e degli enti locali, 24 ore su 24, per i pozzetti della falda acquifera''. Il fiume Lambro ieri e' stato inquinato a causa di una fuoriuscita di idrocarburi da una ex raffineria.
 
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umby64
view post Posted on 25/2/2010, 12:09





L'ONDA NERA E' ARRIVATA AL PO

PIACENZA - L'onda nera è arrivata dal Lambro al grande fiume Po. Le prime avanguardie si sono viste nella mattina di ieri e verso le 16 la grande macchia scura e oleosa, parte della gran quantità di petrolio riversata dai depositi della Lombarda Petroli di Villasanta, si è presentata nel Po piacentino. Un disastro ambientale che costerà tanto denaro e che l'ambiente sta già pagando.

La Lombardia, dove tanto si era investito per risanare il Lambro, chiederà lo stato di calamità, l'Emilia-Romagna ha già chiesto lo stato di emergenza, le associazioni ambientaliste e gli amministratori hanno lanciato l'allarme per tutto il corso del fiume che scorre tra le due regioni e il Veneto fino al povero Adriatico che sarà costretto a sopportare, almeno in parte, questo nuovo attacco al suo ecosistema. La Procura di Monza ha aperto un fascicolo per disastro ambientale e fra i primi atti degli inquirenti ci sarà il sequestro dei serbatoi dell'azienda da cui sono stati sversati gli idrocarburi e dei documenti relativi allo stoccaggio dei carburanti.

L'azione di Villasanta è stata condotta, secondo gli investigatori, da persone che sapevano come azionare le valvole e sapevano anche quali erano i serbatoi pieni. L'accusa è comunque a carico di ignoti: ci sarà la verifica dei nastri di videosorveglianza della ditta che potrebbero aver inquadrato gli autori del gesto anche se le speranze sono poche in quanto l'unica telecamera dell'impianto, posta sul cancello d'ingresso, è lontana dai serbatoi.

"C'é stato qualche criminale che ha deciso di intervenire in maniera dolosa e vigliacca, mettendo a repentaglio un patrimonio che è di tutti. Ci deve essere una ribellione contro questi atti criminali, vanno individuati i responsabili e assicurati alla giustizia, e la giustizia contro costoro deve essere particolarmente rigorosa", ha detto Roberto Formigoni.

Gli sbarramenti in territorio lombardo hanno retto solo in parte e adesso bisogna sperare in quelli emiliani: cinque nel solo territorio piacentino a partire da Calendasco dopo una riunione in Prefettura. Mobilitati i personali di Aipo, Arpa, Protezione civile, Vigili del fuoco e anche i militari del Genio. Alle 19.15 è stata fermata l'attività della centrale Enel Green Power di Isola Serafini, nel Po piacentino, e sono state aperte le paratoie inferiori per far defluire l'acqua dal basso e trattenere così la macchia oleosa nello sbarramento. Un altro baluardo per catturare l'onda nera che è anche favorita dalla notevole portata del Po in questo periodo.

A Piacenza, dove la gente ha protestato per l'allarme partito in ritardo e per l'inadeguatezza dei rimedi dalla Lombardia, l'Arpa ha rassicurato sulla situazione delle falde acquifere e sulla potabilità dell'acqua che arriva dai rubinetti, ma è stato vietato il prelievo dell'acqua dal fiume. Immancabile la polemica politica.

"Denunciamo con profondo sdegno che il Parlamento, il 2 febbraio 2010, ha approvato una legge che depenalizza il reato di scarico industriale nelle acque. In pratica chi scaricherà inquinanti oltre i limiti consentiti dalla legge se la caverà semplicemente con una multa che va da 3.000 a 30.000 euro", ha accusato il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. "E' vergognoso l'attacco dei Verdi su una presunta depenalizzazione degli scarichi industriali che sarebbe stata attuata dal governo.

In un momento in cui la Pianura Padana è in piena emergenza inquinamento queste accuse hanno il sapore indegno di una speculazione su una tragedia ambientale - ha risposto il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo -. Ciò che il governo ha fatto è un chiarimento su una norma la cui interpretazione era stata oggetto di controversie. Le pene per gli inquinatori nell' articolo in questione erano e restano l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 3.000 a 30.000 euro".

Il governo terrà domani alle 15 nell'Aula della Camera una informativa urgente sul disastro ambientale provocato al fiume Lambro nelle provincie di Milano, Monza e Lodi. Lo ha comunicato all'Assemblea di Montecitorio il presidente Rocco Buttiglione.
 
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umby64
view post Posted on 26/2/2010, 10:46





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ALLARME PO CONTRO SVERSAMENTO PETROLIO, UNITA' DI CRISI ALL'OPERA

MILANO 26 FEB - E' un messaggio rassicurante quello del capo della protezione civile Guido Bertolaso sulla riuscita del piano di emergenza per evitare l'inquinamento da idrocarburi sul Po, dopo lo sversamento sull'affluente Lambro. Per affrontare l'emergenza "insieme a Lombardia e Veneto abbiamo costituito una unità di crisi che seguirà in queste ore decisive l'evoluzione della situazione" ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, al termine del vertice con Bertolaso.

"I nostri obiettivi sono salvare Ferrara, per quanto riguarda l'acqua potabile, e il Delta del Po per tutto l'ecosistema. Ce la faremo" ha affermato il capo della Protezione civile. Il prossimo Consiglio dei ministri dichiarerà lo stato di emergenza per Lombardia, Emilia Romagna e Veneto interessate dallo sversamento di idrocarburi. La quantità di idrocarburi sversata nel fiume Lambro dal misterioso incidente di tre giorni fa è di circa 3mila tonnellate, la maggior parte gasolio e una quota minore di olio combustibile. Circa mille tonnellate di questo materiale sono già state recuperate avviate al trattamento negli impianti.

Da oggi, Arpa Lombardia e Province di Milano e Monza Brianza, realizzeranno un intervento sperimentale di trattamento enzimatico per "aggredire" gli idrocarburi sversati nel Lambro e ridurli a materiale biodegradabile. L'operazione sarà compiuta nella zona del depuratore di Monza, dove sono intrappolate alcune centinaia di tonnellate di idrocarburi, e in altre zone di ristagno lungo l'asta del fiume. Le guardie ecologiche volontarie e un primo nucleo di volontari ambientali inizieranno un primo intervento sulle sponde del Lambro già domenica.

Saranno 150, tutti dotati di adeguata competenza, con tre compiti prioritari: ripulire le sponde dai rifiuti nel tratto più direttamente interessato dallo sversamento, predisporre gli accessi dalle strade alle rive del fiume per consentire l'intervento dei mezzi di bonifica; creare le condizioni per cui le sponde siano percorribili dagli stessi mezzi.
 
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umby64
view post Posted on 28/2/2010, 11:51





RIVERSATI ALTRI VELENI NEL LAMBRO

MILANO - Sul corpo ferito del Lambro si avventano gli sciacalli. Dopo lo sfregio del gasolio uscito lunedì notte dalla Lombarda Petroli, un’ex raffineria nei pressi di Monza, ieri nuove sostanze inquinanti sono state versate nel fiume. Nel tardo pomeriggio è stata avvistata una grande macchia all’altezza di Carate Brianza. Subito sono intervenuti i tecnici della Protezione civile. L'allarme è partito dalle guardie ecologiche del Parco. «Abbiamo immediatamente avvertito la polizia provinciale», racconta il presidente del Parco Valle Lambro, Emiliano Ronzoni. Ipotesi? «Il sospetto è che si tratti di materiale di scarico da tintoria versato da un’azienda tessile della zona», allarga le braccia Ronzoni. Le guardie ecologiche del Parco hanno prelevato subito campioni per analizzare la sostanza. I tecnici della Protezione civile e i Vigili del fuoco stanno lavorando per bloccare il flusso trasportato dalla corrente.

A questo punto si teme che il disastro di lunedì scorso porti con sé gesti di emulazione. O incoraggi i siti produttivi a scaricare a fiume nella convinzione di poter confondere i propri rifiuti in acque già sporche. Intanto sul fronte delle indagini tutte le piste restano aperte. La soluzione del rebus è dentro la Lombarda Petroli, l’ex raffineria trasformata in centro di stoccaggio da cui nella notte tra lunedì e martedì sono uscite oltre 3.000 tonnellate di materiale, di cui 1.662 di gasolio e il resto di olio combustibile. Dipendenti ed ex dipendenti sono stati sentiti in procura, a Monza.

Protesta estrema e scellerata di lavoratori disperati per la perdita del posto? «Lo escluderei — valuta Maurizio Paltan, segretario generale della Filtcem Cgil della Brianza, sindacalista che dal 2007 ha seguito le vicende della Lombarda Petroli —. Nel 2007 lo stabilimento aveva sedici dipendenti. Firmammo un accordo che prevedeva la cessazione dell’attività: a fine 2008 l’azienda avrebbe chiuso. Poi venne chiesta una proroga fino alla fine del 2009. Pochi mesi fa c’è stato l’ennesimo rinvio— questa volta davvero l’ultimo visto che la legge non ne permette altri — fino a metà del 2010».

Oggi sono rimasti sei dipendenti. «Dei dieci che se ne sono andati quattro sono ormai in pensione e sei hanno lasciato dopo aver trovato un altro lavoro — racconta Paltan —. Tre di quelli ancora in servizio a giugno avrebbero potuto contare sulla mobilità e poi sulla pensione. Per gli altri l’intenzione era di chiedere la cassa in deroga. Insomma, non ho percepito tensione o rabbia nei confronti del datore di lavoro. Tanto più che Tagliabue aveva più volte chiesto di restare sull’area con un’altra attività nel campo dell’energia. Se avesse avuto il via libera qualcuno avrebbe potuto essere ricollocato». Resta il fatto che solo tre o quattro persone esperte— secondo l’Arpa della Lombardia — possono aver avviato il quadro elettrico, attivato le pompe e aperto le saracinesche delle cisterne. «Non toccano a me le indagini— conclude Paltan —. Certo è che negli ultimi mesi in quell’azienda era un gran viavai di gente. Addetti alla bonifica, clienti, fornitori. Difficile dare qualcosa per scontato».
 
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