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LA NUOVA BATTERIA NUCLEARE: GRANDE COME UNA MONETINA A ISOTOPI RADIOATTIVI

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umby64
view post Posted on 14/10/2009, 09:05




LA NUOVA BATTERIA NUCLEARE: GRANDE COME UNA MONETINA A ISOTOPI RADIOATTIVI

Un team americano ha realizzato una batteria che sfrutta il decadimento di isotopi radioattivi ed è spessa quanto un penny. È perfettamente sicura e può funzionare per centinaia di anni. "Quando le persone sentono la parola 'nucleare' pensano a qualcosa di molto pericoloso" spiega Jae Kwon, assistente dell'Università del Missouri. "Invece le fonti di energia nucleare sono già usate per alimentare in sicurezza una gran varietà di dispositivi, come i pacemaker, i satelliti e i sistemi sottomarini".

Se il professor Kwon si sta impegnando per eliminare le paure della gente circa l'uso delle batterie nucleari è perché la sua Università è riuscita a ridurne drasticamente le dimensioni, tanto da farle diventare un'alternativa pratica alle batterie chimiche; se non nell'immediato, almeno per il prossimo futuro.

Le batterie che sfruttano il decadimento di isotopi radioattivi per generare elettricità (raccogliendo le particelle cariche tramite un semiconduttore) sono in grado di fornire una quantità di corrente utile per centinaia di anni: molto più a lungo di qualsiasi batteria tradizionale.

Il problema è che, finora, le dimensioni rappresentavano un grosso ostacolo: il semiconduttore solido usato per raccogliere le particelle deve essere molto grande per compensare i danni che le particelle stesse causano per via delle grandi quantità di energia in gioco.

Il team di Kwon è riuscito invece a realizzare batterie di dimensioni ridotte (fino allo spessore di un penny) usando un semiconduttore liquido, e contano di procedere ancora sulla strada della miniaturizzazione, fino a raggiungere lo spessore di un capello umano.

In normali condizioni di funzionamento - sostiene Kwon - le batterie nucleari sono perfettamente sicure: una volta che saranno pronte per gli apparecchi di uso comune potranno alimentarli per più di una vita umana. Alla Missouri University sono convinti che a quel punto sarà necessario soltanto vincere le resistenze psicologiche degli utenti.
 
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