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P2P: IL CINEMA ITALIANO CHIEDE A TELECOM GLI INDIRIZZI IP DEI PIRATI ITALIANI

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umby64
view post Posted on 26/5/2009, 12:26




P2P: IL CINEMA ITALIANO CHIEDE A TELECOM GLI INDIRIZZI IP DEI PIRATI ITALIANI

Dopo il caso Peppermint, Fapav torna all'attacco dei cyber-pirati: chiede a Telecom i dati oppure i danni, ma per ora Telecom Italia non cede. In Italia i paletti del Garante Privacy sono oggi invalicabili.

Otretutto dovrebbero fare causa a milioni di minorenni, tra i quali molti figli di Onorevoli, Ministri e pezzi da 90 della finanza italiana.

Dopo il varo della Dottrina Sarkozy in Francia e il plateale ringraziamento di Fimi al Presidente francese (in copia al Premier italiano Silvcio Berlusconi), Fapav, la federazione anti-pirateria del cinema italiano, prova a chiedere gli Ip dei pirati a Telecom.

Per ora Telecom Italia non cede, forse perché memore della strigliata del Garante Privacy nel caso Peppermint: spiare gli utenti del file sharing con attività di monitoraggio è illecito. Le società private non possono svolgere attività di monitoraggio sistematico per individuare gli utenti che si scambiano file musicali o giochi su Internet.

La diffida di Fapav a Telecom sembra un ultimatum: o Telecom dà i dati degli utenti accusati di file sharing illecito o Fapav chiederà il risarcimento danni.

Telecom ha risposto che non può fornire i dati, e il caso Peppermint insegna che se lo facesse, violerebbe la Legge sulla Privacy. Infatti in Italia la tutela della Privacy prevale sul diritto d'autore.

Ovviamente, la querelle non finirà qui: c'è da scommettere che il Ddl Carlucci o la proposta di legge Barbareschi rispunteranno fuori presto, corazzate di tutto punto, per offrire nuove armi agli "sceriffi del copyright", e per punire i cyber-pirati forse come avviene proprio in Francia: con la disconnessione dalla Rete. Le grandi manovre sono già cominciate.
 
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umby64
view post Posted on 27/5/2009, 08:55




FAPAV PRESSA TELECOM, VUOLE GLI INDIRIZZI IP

Buona parte del mondo politico sembra appoggiare la causa delle major. Mentre la maggioranza assoluta dei cittadini è ovviamente contraria. Nessuno del mondo politico Italiano prende con fermezza posizioni ufficiali, tutti puntano al voto degli Italiani e, nessuno si schiera. Ma, dopo le elezioni Europee in molti scommettono che potrebbero arrivare mazzate per tutti. Medidate gente, meditate attentamente per chi votare. D'altra parte, scaricate tutti, indistintamente dall'apparteneza politica.

Qualunque sia la ragione che l'ha spinta, la Fapav (Federazione Anti Pirateria Audiovisiva italiana) ha provato a incutere paura a Telecom Italia, con una minaccia neanche troppo velata.

La Federazione pretende che Telecom consegni alle autorità di Pubblica sicurezza "i dati idonei a consentire a quest'ultima di adottare gli interventi di sua competenza" contro chi scarica illegalmente da Internet contenuti protetti dal diritto d'autore.

Qualora la maggiore compagnia telefonica italiana rispondesse picche, la Fapav è pronta a chiedere 530 milioni di euro di danni, calcolati per l'anno 2008 in base all'opinabile assunto per cui tutti coloro che hanno scaricato un film sarebbero andati al cinema, se non avessero avuto la possibilità di vederlo a casa propria.

Il bello è che Telecom ha per davvero risposto picche: nonostante la Fapav millanti un obbligo da parte dell'operatore circa la consegna dei dati, questi risponde che una norma del genere non esiste; se esistesse, l'avrebbe già rispettata, come fa con tutte le altre: "L'azienda ha sempre agito nel pieno rispetto della normativa vigente, come dimostrano numerose sentenze e pronunciamenti in materia".

In particolare Telecom si attiene alla legge sulla privacy che, almeno per ora, ha la precedenza sul diritto d'autore: non si possono comunicare certe informazioni così alla leggera e per di più sulla base di non meglio precisati sospetti. Inoltre è proprio l'ingiunzione di Fapav a essere sospetta: come fa a sapere che ci sono utenti che scaricano illegalmente? Non si sarà messa a spiarli, infrangendo la legge?

Telecom ha dalla propria la giurisprudenza e in particolare le decisioni della magistratura sul famigerato caso Peppermint: "la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali è prevalente rispetto alle esigenze probatorie di un giudizio civile teso all'accertamento dell'asserita lesione del diritto di sfruttamento economico del diritto d'autore".

Se ciò non bastasse, c'è anche il pronunciamento del Garante della Privacy sempre sullo stesso argomento, che dichiara illegittime le attività di privati (come la Fapav) per l'identificazione di soggetti che violino il diritto d'autore facendo leva sul diritto alla segretezza nelle comunicazioni.

Insomma ci hanno provato, agitando anche lo spettro di 250.000 posti di lavoro nel settore home video che per la Fapav andranno persi a causa della pirateria domestica.

Non molleranno, questo è certo: il presidente della Federazione è già pronto a "sedersi intorno a un tavolo con Telecom" per studiare "un meccanismo deterrente nell'ambito delle norme italiane" o "muoversi sulla strada intrapresa dalla Francia".

È difficile parlare con i sordi: chi non vuole accettare le opposizioni dell'Unione Europea di cui parlavamo all'inizio, capire che il file sharing non è quel danno che credono e che il settore home video muore perché stanno cambiando i canali di fruizione dell'intrattenimento (e quindi i vecchi soggetti devono inventarsi nuovi modelli di business) non si metterà mai a ragionare serenamente sull'intera vicenda ma cercherà di imporre la difesa di quelli che considera propri diritti.



IL FILE SHARING FA BENE ALL'ECONOMIA
del 20 gennaio 2009

Uno studio dimostra che la condivisione di file non solo non danneggia l'industria culturale ma anzi fa aumentare le vendite del merchandising.

Sarà difficile spiegarlo ai protagonisti dell'industria discografica e cinematografica, che piangono per il crollo continuo delle vendite di Cd e Dvd, ma secondo una ricerca olandese la causa delle loro sciagure non è il file sharing. Anzi, il peer to peer ha delle ricadute positive sulla vendita dei prodotti collegati ai contenuti video e a quelli musicali: il merchandising.

Lo studio, condotto per conto del Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero degli Affari Economici dei Paesi Bassi, si è basato sul confronto dei dati statistici già raccolti, sulle intervisti con i "grandi condivisori", su un sondaggio e su una serie di seminari informativi.

Il quadro che ne è emerso non è quello disastroso dipinto da chi gestisce l'industria della cultura; riserva invece alcune sorprese.

La gente scarica perché non ce la fa a comprare tutta la musica che vorrebbe, questo è certo, e la diffusione del file sharing si traduce in un calo complessivo delle vendite di Cd e Dvd; questo calo, però, non è tanto marcato quanto sembrava.

Chi usa il peer to peer - questo emerge dall'indagine - molto spesso decide di acquistare l'album di cui ha scaricato le canzoni, per avere tra le mani un supporto fisico e tutti gli extra come la copertina, il libretto e via dicendo; lo stesso avviene per i film.

Se poi si confrontano gli acquisti di chi scarica con quelli di chi invece non fa uso del file sharing, si scopre che sono i primi a comprare di più, ad andare ai concerti e a collezionare i gadget.

Come se ciò non bastasse, la ricerca olandese ha svelato come le perdite segnalate nella vendita delle registrazioni (video o audio) vengono più che compensate dai guadagni che arrivano dal merchandising e dai concerti. Il saldo, alla fine, risulta positivo.

La tendenza complessiva che emerge dal lungo rapporto (146 pagine) indica chiaramente come i futuri guadagni delle case discografiche e cinematografiche non possano più essere rappresentati dalla vendita di Cd e Dvd (o, peggio ancora, dal noleggio, un'attività ormai praticamente inesistente): occorrerà invece studiare un nuovo modello di business che faccia leva sui "valori aggiunti" mentre le opere in sé diventano disponibili attraverso altri canali.

Un discorso analogo vale per il settore dei videogiochi, definito "stagnante": i produttori devono concentrarsi sui vantaggi che deve portare con sé il possesso di un gioco originale.


Edited by umby64 - 27/5/2009, 10:20
 
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