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IL RAPPORTO CAIRO SULLA RETE E' IN DOWNLOAD PER TUTTI

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umby64
view post Posted on 20/5/2009, 11:03




IL RAPPORTO CAIRO SULLA RETE E' IN DOWNLOAD PER TUTTI

Sono 12 italiani su cento in Digital Divide e le Adsl veloci sono un bluff. Finisce online su Wikileaks il rapporto che fotografa il divario digitale italiano e offre tre possibili soluzioni per portare la banda larga vera agli italiani: con l'intervento pubblico

Il Rapporto Caio è in download per tutti. Finisce online su Wikileaks il rapporto che fotografa il digital Divide italiano e offre tre possibili soluzioni per portare la banda larga vera agli italiani.

L'apartheid digitale riguarda 12 italiani su 100, pari a circa 7 milioni di cittadini. Ma c'è di più: come denunciato da varie associazioni, le Adsl da 20 Megabit, sono in molti casi un bluff: i 10 megabit sono un'utopia troppo spesso.

La situazione è destinata a deteriorarsi: servono 1,2-1,3 miliardi di euro per offrire al 99% della popolazione una banda larga almeno di 2 megabit, entro il 2011. Basterebbe sfruttare i fondi del disegno di legge 1082 sullo sviluppo economico.

Il piano del super-esperto Francesco Caio consiglia l'intervento pubblico: perché mancano gli investimenti (nonostante Fastweb) e Telecom non può ingranare la marcia.

Consegnato al governo il Rapporto di Francesco Caio (intitolato Opzioni di politica industriale per la banda larga) sullo stato della banda larga e lo sviluppo delle telecomunicazioni in Italia, il Rapporto Caio suggerisce tre opzioni: la creazione di una società per la rete fissa, che con un misto integrato di fibra ottica e rame (Ftth o fibre-to-the-home, point to point), permetterebbe la copertura di 100 città, arrivando nel 50% delle case; puntare solo sulla fibra ottica, coprendo il 25% delle case; investimento pubblico limitato (modello olandese) e la copertura di 10-15 città attraverso reti locali in fibra grazie a partnership con privati (modello scandinavo).

L'imposizione a Telecom Italia dello scorporo forzato della rete, è la più difficile.
Il rapporto analizza, in un centinaio di pagine, a fondo la politica industriale e si interroga sulle strategia italiane per capire dove l'Italia vuole collocarsi tra 5-6 anni nel mercato della broad band, in termini di copertura e penetrazione della fibra per le comunicazioni.

Ieri il presidente della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Mario Valducci, ha invece ritirato fuori dal cilindro il fatto dell'italianità: si auspica che la rete fissa rimanga italiana, magari adottando il modello Terna.

Il controllo di Terna, rete di trasmissione nel settore elettrico, è passato da Enel alla Cassa depositi e prestiti: la Cdp potrebbe agire analogamente con la rete fissa di Telecom.


Scarica il rapporto cairo 2009 sulla banda larga
italia-caio-report-2009.pdf
oppure
rc09bl.rar - 2.39 MB: rapporto caio 2009 sulla banda larga



IL PIANO CAIRO

Il piano di Francesco Caio sulla banda larga in Italia, ora disponibile su Internet, parte dalla constatazione che nei prossimi anni gli investimenti privati non cresceranno a ritmo sufficiente a soddisfare la domanda e suggerisce un intervento pubblico per raggiungere tutte le famiglie e per favorire gli investimenti.

MANCANO INVESTIMENTI, TELECOM ITALIA NON PUO' ACCELERARE

Esiste il rischio di fare troppo affidamento sulla rete in rame i cui limiti strutturali verranno sicuramente testati nei prossimi anni, dice il rapporto.

"La velocità di investimento osservata non appare sufficiente per assicurare al Paese una posizione di leadership internazionale", anche se come risultato dell'investimento Fastweb (FWB.MI: Quotazione), l'Italia ha una delle reti in fibra più diffuse tra i maggiori Paesi europei. "E' difficile vedere come Telecom Italia (TLIT.MI: Quotazione) possa decidere di accelerare i suoi piani razionalmente ispirati alla logica economico finanziaria della prudente gestione", aggiunge.

FONDI PUBBLICI: 1,2-1,3 MLD PER 'DIGITAL DIVIDE'

L'analisi indica "una percentuale ancora elevata di popolazione in digital divide (che non ha accesso alle nuove tecnologie per carenze di banda) al 12% equivalente a circa 7 milioni di cittadini". Un intervento di finanza pubblica "sembra indispensabile per estendere la rete in aree in cui la bassa densità non giustifica l'investimento dei gestori".

Il rapporto raccomanda di utilizzare i fondi del disegno di legge 1082 sullo sviluppo economico per estendere la copertura della rete di banda larga al 99% della popolazione entro il 2011 con un investimento di 1,2-1,3 miliardi.

Si suggerisce di usare un mix di tecnologie di rete. Il governo dovrebbe poi decidere se intraprendere l'obiettivo strategico di dotare il paese in tempi certi di una infrastruttura avanzata di rete e quindi "valutare le opzioni disponibili per accelerare con un intervento pubblico il piano di investimento nella rete di prossima generazione".

LEADERSHIP EUROPEA CON 10 MLD E SCORPORO RETE TELECOM

La prima opzione prevede la copertura del 50% delle case (100 città) con la fibra ottica, un ingente investimento pubblico e la "creazione di un'azienda rete nazionale integrata, costruita intorno alla struttura di rete di Telecom Italia, per valorizzare l'investimento pubblico ed evitare aiuti di Stato".

L'investimento previsto è di 10 miliardi in 5 anni, con un IRR (internal rate of return, che il rapporto definisce "tasso di ritorno per un investitore in capitale proprio che entra nell'investimento nell'anno 0") dell'11-16% "per un investimento a 10 anni". La società dovrebbe finanziarsi con 9 miliardi di debito e linee di credito per 3,5 miliardi.

PER NON ARRETRARE, INVESTIMENTI 5,4 MLD, MODELLO OLANDESE

La seconda opzione prevede una copertura con fibra ottica del 25% delle abitazioni (42 città) e la "creazione di un'azienda rete nazionale in fibra".

Gli investimenti, secondo le stime preliminari contenute nel rapporto, sarebbero di 5,4 miliardi in 4 anni, la società che si occupa di fibra dovrà avere un capitale proprio di 3 miliardi e non potrà finanziarsi tramite debito nei primi 3/4 anni. L'IRR in questo caso sarebbe del "2,5% per un investimento a 10 anni".

Il riferimento è il modello olandese dove è stata costituita una società per investire in una rete in fibra ottica, di cui l'ex-monopolista Kpn (KPN.AS: Quotazione) controlla il 41%. Il rapporto ricorda che la situazione olandese è diversa da quella italiana per la "concorrenza del cavo, che fornisce il vero stimolo all'investimento in fibra".

INVESTIMENTI SOLO A LIVELLO LOCALE

La terza ipotesi che comporta un "investimento pubblico limitato" prevede la partnership con utility locali sul modello scandinavo con la costituzione di una o più aziende di rete locali focalizzate sulla costruzione di reti in fibra", con gara per scegliere i partner privati per evitare di ricadere negli aiuti di Stato vietati dalla normativa europea.

Edited by umby64 - 21/5/2009, 12:26
 
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