| LE CRITICHE DELLA CGIL - Guglielmo Epifani lancia l'allarme e parla di un «errore grave che la Cgil non comprende e che anche il Paese fa fatica a comprendere». Da tempo il sindacato aveva chiesto di non toccare il Testo unico e di avviare una sperimentazione per due anni. «In Italia non c'è bisogno di modifiche legislative continue che fanno venire meno la certezza della norma ed è questa una modifica di cui non si sentiva assolutamente il bisogno» ha detto Epifani alla presentazione del rapporto Ires-Cgil sui salari. Secondo il sindacato le modifiche non riguardano solo le sanzioni, che in ogni caso «si attenuano», ma anche altri capitoli che diminuiscono le responsabilità dei datori di lavoro. «Altri adempimenti andavano fatti e ci voleva più prudenza proprio ora che comincia il processo a Torino per l'Eternit e vediamo le immagini del rogo della Thyssen Krupp. Si è fatto invece un passo indietro». Le nuove norme, ha aggiunto Epifani, «spostano più responsabilità sul lavoratore che non sull'azienda».
Con l’approvazione del decreto modificativo del cosiddetto TU salute e sicurezza il Governo svela i contenuti della sua controriforma, dopo mesi di non applicazione, di rinvii, di modifiche e di veri interventi di boicottaggio. Infatti con lo schema di decreto approvato in prima lettura dal CdM il Governo tenta di svuotare il Testo Unico sulla salute e sicurezza.
Il testo interviene pesantemente su tutti i capitoli fondamentali a partire dal Titolo primo, che pure era stato lungamente discusso dal precedente Governo con tutte le parti sociali, mentre l’attuale Governo, benché ripetutamente sollecitato, non ha mai consentito al Sindacato nè alle Regioni di discutere il testo che oggi ha varato.Si riducono drasticamente le responsabilità del datore di lavoro e dei dirigenti, fino ad addossarle al lavoratore. Si interviene su ben due articoli dello Statuto dei Lavoratori, superando il divieto di visita preassuntiva da parte del medico competente (di fiducia del datore di lavoro) e limitando fortemente le RSU e il sindacato nella contrattazione delle condizioni di lavoro che hanno ripercussioni sulla salute e sicurezza. Le buone prassi e le norme tecniche potranno di fatto sostituire le norme di legge. La certificazione della corretta attuazione delle norme (“esimenti” della responsabilità amministrativa delle imprese) può essere esercitata anche dagli Enti bilaterali. Si riduce la tutela sanitaria delle lavoratrici e dei lavoratori, superando la cartella sanitaria di rischio e la relazione del medico competente alle ASL, facendo così anche scomparire di fatto la tutela dalle malattie di origine professionale. Si sposta l’asse dalla rappresentanza dei lavoratori, in particolare delle micro e piccole imprese, verso la bilateralità. Si riducono le tutele per i lavoratori –dipendenti e autonomi- delle imprese in appalto e in sub-appalto. Si riducono fino a dimezzamento le sanzioni, che però vengono aumentate a carico dei lavoratori.
Per tutte queste ragioni la CGIL ribadisce il giudizio positivo sul Dlgs 81/08 e la propria contrarietà al suo svuotamento. Per questo promuove iniziative diffuse nel territorio, invitando alla partecipazione lavoratrici, lavoratori e RLS.
DI PIETRO: «LICENZA DI UCCIDERE» - La reazione politica più dura arriva da Di Pietro, che parla di «licenza di uccidere». Il leader dell'Idv spiega che «già le norme approvate dal governo sulla denuncia ritardata delle assunzioni favoriscono sfacciatamente il lavoro nero e il camuffamento degli incidenti sul lavoro. Ora si restringe ancora di più l'intervento degli ispettori del lavoro e si indeboliscono e riducono notevolmente le sanzioni per gli imprenditori che non applicano la disciplina sulla prevenzione. È un vero e proprio colpo di spugna che nella sostanza depenalizza il reato di omessa applicazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e cancella l'aggravante di questi comportamenti sulla sanzione del reato. Il governo aveva detto che avrebbe dichiarato guerra agli infortuni sul lavoro. Non aveva detto però da quale parte l'avrebbe combattuta. Ora sappiamo che sta dalla parte degli omicidi». Più cauto ma ugualmente negativo il commento di una nota congiunta firmata da Enrico Letta, responsabile Welfare Pd, di Cesare Damiano, responsabile lavoro e di Tiziano Treu, vicepresidente commissione lavoro del Senato: «Ci riserviamo di vedere il testo. Come abbiamo più volte rilevato, non abbiamo obiezioni di fronte a correzioni formali o a miglioramenti soprattutto diretti a rafforzare la prevenzione e il controllo . Siamo però decisamente contrari a modifiche sostanziali che cambino l'impostazione di fondo del testo unico sulla sicurezza. Purtroppo, il governo ha già provveduto, nei mesi precedenti, ad apportare modifiche peggiorative».
LE PICCOLE IMPRESE APPLAUDONO- Il fronte favorevole alle nuove norme si apre con associazioni di categoria come la Confederazione dell'artigianato, xche parla di «importanti novità che riguardano prima di tutto le necessarie semplificazioni per rendere le disposizioni applicabili alle piccole imprese; la rivisitazione del sistema sanzionatorio che ha abbassato le singole sanzioni rendendole più proporzionali alle responsabilità dei singoli soggetti». O come la Confartigianato, che ritiene «opportuna la riformulazione delle sanzioni in base a criteri che mantengano la deterrenza e la dissuasività dei comportamenti scorretti, ma senza gli eccessi del Testo Unico che puniscono allo stesso modo gli errori formali e le violazioni che causano situazioni di pericolo reale per i lavoratori». Ma sul fronte politico ci sono già le posizioni negative dell'opposizione. Favorevole anche Confcommercio: «Il dl mira a promuovere una cultura ed una pratica sostanziale della sicurezza sul lavoro, puntando fortemente su politiche e strumenti di formazione e prevenzione, riducendo formalismi ed appesantimenti burocratici, razionalizzando l’apparato sanzionatorio, valorizzando gli enti bilaterali ai fini della certificazione dei modelli di organizzazione della sicurezza»
|