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SICUREZZA E LAVORO: VIA LIBERA AL DECRETO CON "LICENZA DI UCCIDERE"; CRITICA LA CGIL

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umby64
view post Posted on 28/3/2009, 06:11




SICUREZZA E LAVORO: VIA LIBERA AL DECRETO CON "LICENZA DI UCCIDERE"; CRITICA LA CGIL

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legislativo contenente disposizioni integrative e correttive al Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ora il decreto legislativo correttivo del decreto 81 dovrà andare all’esame delle competenti commissioni di Camera e Senato e della conferenza Stato-Regioni. Ma la modifica ha innescato una dura polemica con la Cgil. Epifani ha criticato il provvedimento («Un errore grave che il Paese fa fatica a comprendere). E Sacconi ha immediatamente risposto con pari polemica: «La Cgil ed Epifani non conoscono il testo e giá ci sono manifestazioni e dichiarazioni contrarie. Questa è la prova provata che dalla Cgil c'è solo pregiudizio. Non è più la Cgil di Di Vittorio pronta a confrontarsi sui testi con testardaggine anche con un Governo non amico. Qui abbiamo la Cgil del pregiudizio».

NOVITÀ - Tra le novità, secondo quanto annunciato, l'aumento delle sanzioni pecuniarie rispetto a quelle finora previste. Resta l'arresto per il datore di lavoro che non procede alla valutazione del rischio nelle aziende considerate a rischio rilevante, mentre le sanzioni pecuniarie saranno aumentate del 50% rispetto a quelle previste dalla legge 626 del 1994 sulla sicurezza sul lavoro.

SANZIONI PENALI E AMMINISTRATIVE - Con l'obiettivo di assicurare una migliore corrispondenza tra infrazioni e sanzioni, si favorisce l'utilizzo di procedure di estinzione dei reati e degli illeciti amministrativi mediante regolarizzazione da parte del soggetto inadempiente. Così la prescrizione obbligatoria, per la messa in sicurezza degli ambienti di lavoro, viene estesa ai reati puniti con la sola ammenda ed un analogo istituto viene introdotto per le violazioni punite con sanzione pecuniaria amministrativa. La sanzione penale, invece, è riservata alle sole inadempienze sostanziali e non a quelle formali (come la trasmissione di documentazione, notifiche etc). L'arresto del datore di lavoro, senza possibilitá di pena sostitutiva pecunaria, viene mantenuto solamente per il caso di omessa valutazione del rischio nelle aziende ad alato tasso di pericolositá.

ENTITÀ DELLE SANZIONI - Viene introdotta una rivisitazione dell'importo da corrispondere. Le ammende e le sanzioni vengono correlate all'aumento dei prezzi al consumo (base Istat), dal 1994 ad oggi. Il governo ha stabilito una maggiorazione del 50% rispetto a quanto indicato nella 626/94.

SOSPENSIONE DELL'IMPRESA - La chiusura di un'impresa rimane una procedura straordinaria che si aggiunge alle sanzioni per lavoro nero o per violazioni in materia di salute e sicurezza. Il parametro per la sospensione adottato nel decreto 81/08 (T.U. varato dal governo Prodi), di «reiterazione» viene sostituito con quello di «violazione plurime», che consente la sospensione fin dal primo accesso ispettivo. Allo scopo di rafforzare la cogenza del meccanismo, viene eliminata qualsiasi discrezionalitá dell'organo di vigilanza nell'applicazione della norma. Alle microimprese (che occupano 1 solo lavoratore) si applicano le sole sanzioni ordinarie, senza obbligo di chiusura.


ENTI BILATERALI E UNIVERSITÀ - Lo schema di decreto individua nella bilateralitá e nelle universitá gli strumenti di ausilio alle imprese e ai lavoratori per il corretto adempimento degli obblighi, ad esempio attraverso la certificazione dei modelli di organizzazione della sicurezza in azienda.

INTEGRAZIONE TRA SERVIZIO SANITARIO E INAIL - Viene valorizzato il ruolo dell'Inail soprattutto per quel che riguarda la riabilitazione delle vittime di infortuni sul lavoro. Un intervento importante in quanto i costi sociali degli infortuni sono stati quantificati dall'Inail stesso nel Rapporto Ufficiale 2007, con riferimento al 2005, in oltre 45 mld di euro, pari al 3,21% del Pil.

Edited by umby64 - 28/3/2009, 18:46
 
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umby64
view post Posted on 28/3/2009, 07:03




LE CRITICHE DELLA CGIL - Guglielmo Epifani lancia l'allarme e parla di un «errore grave che la Cgil non comprende e che anche il Paese fa fatica a comprendere». Da tempo il sindacato aveva chiesto di non toccare il Testo unico e di avviare una sperimentazione per due anni. «In Italia non c'è bisogno di modifiche legislative continue che fanno venire meno la certezza della norma ed è questa una modifica di cui non si sentiva assolutamente il bisogno» ha detto Epifani alla presentazione del rapporto Ires-Cgil sui salari. Secondo il sindacato le modifiche non riguardano solo le sanzioni, che in ogni caso «si attenuano», ma anche altri capitoli che diminuiscono le responsabilità dei datori di lavoro. «Altri adempimenti andavano fatti e ci voleva più prudenza proprio ora che comincia il processo a Torino per l'Eternit e vediamo le immagini del rogo della Thyssen Krupp. Si è fatto invece un passo indietro». Le nuove norme, ha aggiunto Epifani, «spostano più responsabilità sul lavoratore che non sull'azienda».

Con l’approvazione del decreto modificativo del cosiddetto TU salute e sicurezza il Governo svela i contenuti della sua controriforma, dopo mesi di non applicazione, di rinvii, di modifiche e di veri interventi di boicottaggio. Infatti con lo schema di decreto approvato in prima lettura dal CdM il Governo tenta di svuotare il Testo Unico sulla salute e sicurezza.

Il testo interviene pesantemente su tutti i capitoli fondamentali a partire dal Titolo primo, che pure era stato lungamente discusso dal precedente Governo con tutte le parti sociali, mentre l’attuale Governo, benché ripetutamente sollecitato, non ha mai consentito al Sindacato nè alle Regioni di discutere il testo che oggi ha varato.Si riducono drasticamente le responsabilità del datore di lavoro e dei dirigenti, fino ad addossarle al lavoratore. Si interviene su ben due articoli dello Statuto dei Lavoratori, superando il divieto di visita preassuntiva da parte del medico competente (di fiducia del datore di lavoro) e limitando fortemente le RSU e il sindacato nella contrattazione delle condizioni di lavoro che hanno ripercussioni sulla salute e sicurezza. Le buone prassi e le norme tecniche potranno di fatto sostituire le norme di legge. La certificazione della corretta attuazione delle norme (“esimenti” della responsabilità amministrativa delle imprese) può essere esercitata anche dagli Enti bilaterali. Si riduce la tutela sanitaria delle lavoratrici e dei lavoratori, superando la cartella sanitaria di rischio e la relazione del medico competente alle ASL, facendo così anche scomparire di fatto la tutela dalle malattie di origine professionale. Si sposta l’asse dalla rappresentanza dei lavoratori, in particolare delle micro e piccole imprese, verso la bilateralità. Si riducono le tutele per i lavoratori –dipendenti e autonomi- delle imprese in appalto e in sub-appalto. Si riducono fino a dimezzamento le sanzioni, che però vengono aumentate a carico dei lavoratori.

Per tutte queste ragioni la CGIL ribadisce il giudizio positivo sul Dlgs 81/08 e la propria contrarietà al suo svuotamento. Per questo promuove iniziative diffuse nel territorio, invitando alla partecipazione lavoratrici, lavoratori e RLS.




DI PIETRO: «LICENZA DI UCCIDERE» - La reazione politica più dura arriva da Di Pietro, che parla di «licenza di uccidere». Il leader dell'Idv spiega che «già le norme approvate dal governo sulla denuncia ritardata delle assunzioni favoriscono sfacciatamente il lavoro nero e il camuffamento degli incidenti sul lavoro. Ora si restringe ancora di più l'intervento degli ispettori del lavoro e si indeboliscono e riducono notevolmente le sanzioni per gli imprenditori che non applicano la disciplina sulla prevenzione. È un vero e proprio colpo di spugna che nella sostanza depenalizza il reato di omessa applicazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e cancella l'aggravante di questi comportamenti sulla sanzione del reato. Il governo aveva detto che avrebbe dichiarato guerra agli infortuni sul lavoro. Non aveva detto però da quale parte l'avrebbe combattuta. Ora sappiamo che sta dalla parte degli omicidi». Più cauto ma ugualmente negativo il commento di una nota congiunta firmata da Enrico Letta, responsabile Welfare Pd, di Cesare Damiano, responsabile lavoro e di Tiziano Treu, vicepresidente commissione lavoro del Senato: «Ci riserviamo di vedere il testo. Come abbiamo più volte rilevato, non abbiamo obiezioni di fronte a correzioni formali o a miglioramenti soprattutto diretti a rafforzare la prevenzione e il controllo . Siamo però decisamente contrari a modifiche sostanziali che cambino l'impostazione di fondo del testo unico sulla sicurezza. Purtroppo, il governo ha già provveduto, nei mesi precedenti, ad apportare modifiche peggiorative».



LE PICCOLE IMPRESE APPLAUDONO- Il fronte favorevole alle nuove norme si apre con associazioni di categoria come la Confederazione dell'artigianato, xche parla di «importanti novità che riguardano prima di tutto le necessarie semplificazioni per rendere le disposizioni applicabili alle piccole imprese; la rivisitazione del sistema sanzionatorio che ha abbassato le singole sanzioni rendendole più proporzionali alle responsabilità dei singoli soggetti». O come la Confartigianato, che ritiene «opportuna la riformulazione delle sanzioni in base a criteri che mantengano la deterrenza e la dissuasività dei comportamenti scorretti, ma senza gli eccessi del Testo Unico che puniscono allo stesso modo gli errori formali e le violazioni che causano situazioni di pericolo reale per i lavoratori». Ma sul fronte politico ci sono già le posizioni negative dell'opposizione. Favorevole anche Confcommercio: «Il dl mira a promuovere una cultura ed una pratica sostanziale della sicurezza sul lavoro, puntando fortemente su politiche e strumenti di formazione e prevenzione, riducendo formalismi ed appesantimenti burocratici, razionalizzando l’apparato sanzionatorio, valorizzando gli enti bilaterali ai fini della certificazione dei modelli di organizzazione della sicurezza»
 
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